Esperimento non scientifico

Salve a todos. In vista del referendum ho deciso di realizzare un esperimento sulle energie rinnovabili. Qualche tempo fa lessi l’illuminante “guida steampunk all’apocalisse” e tra le altre cose l’idea di un forno solare mi aveva attirato molto. Dunque ieri complice la giornata di sole ho voluto fare delle prime prove.
Mi sono procurato dei vecchi cd inutili e dei fogli di cartone spesso, e un tavolino da viaggio da utilizzare come base. Ho provato a praticare delle incisioni con un cutter nel cartone per fissare i cd, l’idea era molto semplice: Esponendo la parte inferiore dei cd alla luce solare, cercare di reindirizzarla verso un piano da riscaldare. Dopo qualche tentativo con varie angolazioni ho capito che era molto più saggio fissare i cd direttamente ai fogli di cartone grosso e cercare un’angolazione omogenea inclinando il foglio di cartone stesso (sembrerà banale). Per fissare i cd in maniera poco invasiva (che non ne pregiudichi la modifica in futuro) ho usato dei piccoli chiodi infissi nel cartone con cui tener fermi i cd, due chiodi per buchino. Dunque ho eretto la mia lastra di cd e ho portato la concentrazione dei raggi solari verso il terreno (un piano di cemento). Ora, come misurare se effettivamente il cemento era più caldo dove avevo puntato la mia parete-cd? Ho deciso di fare una prova. Ho preso un ghiacciolo dal congelatore e l’ho posizionato sotto al fascio di luce riflessa, avviando il cronometro sul cellulare. Ho fermato il cronometro quando il ghiacciolo cominciava a liquefarsi. Ci sono voluti 12 minuti e 44 secondi circa (era intorno alle 14.00). Osservando a tratti ciò che accadeva mi son reso conto di come la plastica in special modo subisse molto il calore, non raggrinzendosi come col fuoco però comunque “muovendosi”. Poi ho preso un ghiacciolo uguale dal congelatore e ho ripetuto l’esperimento posizionandolo però sul cemento in un punto non colpito dal riflesso della parete-cd (ma comunque esposto al sole, a pochi centimetri di distanza). Ho ottenuto la stessa consistenza del ghiacciolo di prima in 14 minuti e 41 secondi circa. Ordunque, tirando le somme: l’esperimento non ha alcuna pretesa di scientificità, per vari vizi procedurali che potrete notare da voi (ad esempio, i due esperimenti si sarebbero dovuti tenere in contemporanea, così che l’intensità luminosa fosse uguale, e non modificata, ad esempio, dal passaggio di una nuvola). Tuttavia… ad occhio nudo ho potuto percepire nella prima prova una maggiore “mobilità” della plastica rispetto al secondo caso (non so se per un errore comune a tutti noi detto bias confermativo il quale ci porta a credere vere le nostre ipotesi). Inoltre il cronometro mi ha dato quasi 2 minuti in piu’ nel secondo caso per raggiungere la stessa consistenza del ghiacciolo (sebbene sia difficile valutare in maniera estremamente puntigliosa la consistenza di un ghiacciolo semisciolto). Il prossimo passo sarà aumentare la potenza (moltiplicando le pareti-cd) e forse anche provare a riflettere varie volte la luce solare, per vedere se risulta ancor più amplificata. Tutto questo allo scopo di vedere se riesco a cucinare in tempi ragionevoli una bistecca, o scongelare qualcosa di congelato.

Alla prossima!

Foto:
il  materiale
l’impianto

Questa voce è stata pubblicata in azione, energie rinnovabili, steampunk. Contrassegna il permalink.