un mondo “buono” è possibile?

Gli gnostici valentiniani dividevano gli uomini in tre categorie, o nature: gli iliaci, o carnali, che avevano come unico orizzonte questo mondo terreno; gli psichici, inquieti e in tensione verso qualcosa di superiore, una giustizia di questo mondo; e infine gli spirituali, orientati per natura al mondo divino, e pertanto portati ad aver parte alla salvezza ultraterrena. Gli iliaci, manco a dirlo, erano destinati a bruciare, presi com’erano soltanto da vizi e sensualità. Gli spirituali, come abbiamo detto, erano in parte già formati “di luce”, già votati al divino. Il libero arbitrio, la scelta, la possibilità altalenante stava agli Psichici. Questi potevano svilirsi cedendo alle seduzioni della materia, finendo a condividere il fuoco degli ilici, o potevano cercare di perseguire un bene terreno, una giustizia di questo mondo, ed erano pertanto condannati all’infelicità, perchè la giustizia non è di questo mondo ingovernabile e “cattivo”, perciò tutte le loro fatiche sarebbero finite senza frutto. Dopo la morte, che cosa li aspettava? Se in vita si fossero convinti a lasciar andare questo mondo, a disinteressarsi, dedicandosi al divino, se avessero compreso che in questo mondo non poteva esserci felicità, la quale era prerogativa dell’aldilà, si sarebbero potuti accomunare alle sorti beate degli spirituali. Se invece avessero perseverato nella ricerca del bene e della giustizia, non avrebbero avuto gioia, nel mondo ultraterreno, ma se non altro, “avrebbero avuto pace”.

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