“No tenemos miedo!”: all’assalto della Fortezza Europa

Cinque giorni fa il movimento spagnolo degli indignados ha occupato le piazze del paese con manifestazioni diffuse in 40 città spagnole, coordinate su internet spesso tramite Twitter, dando vita così al movimento 15M ovvero del 15 maggio. Il luogo simbolo della protesta è Plaza de Sol, che nonostante lo sgombero di martedì 17 da parte della polizia ha continuato a imporsi come punto di ritrovo e anche oggi piena di persone (già un migliaio questa mattina). Sul modello di piazza Tahrir contro Mubarak adesso è il turno della Spagna che si ribella contro i partiti politici tradizionali. Organizzati, non violenti e senza bandiere, i manifestanti si sono organizzati in questi giorni in veri comitati volontari in grado di gestire i vari bisogni: dai tavoli di lavoro per le discussioni alle modalità di ristorazione e di pulizia. Il Partido Popular, a destra, si dice tranquillo e convinto che i giovani in realtà ce l’hanno con Zapatero, sarebbe quindi per loro una questione “interna alla sinistra”. Al contrario da quanto si legge nel manifesto del movimento 15M, i punti principali vertono sull’eliminazione dei privilegi dei politici, il contrasto della disoccupazione, il diritto alla casa, servizi pubblici di qualità, maggior controllo delle banche, maggiore equità nel fisco, libertà civili, democrazia partecipativa e tagli alle spese militari. Si parla insomma di ridare dignità all’uomo e porre l’essere umano al di sopra del denaro, valore imperante nella nostra società. Oggi il timore dei manifestanti è che la Puerta del Sol di Madrid possa essere strumentalizzata e politicizzata dai partiti, con bandiere e simboli che nulla hanno a che spartire con la protesta. Il movimento però cerca di contagiare l’Europa intera, partendo dalla vicina Italia, dove si parla (anzi si scrive) già di #italianrevolution, sigla identificativa che segue tutti i messaggi inerenti a questa iniziativa nel nostro Paese. L’appello è lanciato in molte piazze delle principali città italiane (Milano, Padova, Firenze, Roma,…) con un appuntamento tra le 19 e le 20 a seconda della piazza. Come risponderà il nostro paese? Può essere questo il vero inizio di un’onda che rinnoverà l’Europa? Dipende molto da chi deciderà di partecipare questa sera, con quali modalità, e con quanta motivazione.

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